La storia del Geloso G4-216 raccontata dai protagonisti – Prima puntata

Ricevitore GELOSO G4/216  un po’ di storia

di Fiorenzo Repetto

Ringrazio Ezio Di Chiaro del Boatanchors Net, (memoria storica della Geloso) per la  documentazione fornita  per la stesura  di questo articolo.

Ricevitore G4/216    e  le casse di legno in cui la Geloso imballava la linea G

Riguardo la storia della Geloso ormai è stato scritto di tutto nei  vari siti  quasi sempre   notizie tratte dai soliti  bollettini ,il nostro sito www.geloso.net  forse è l’unico che ha raccontato notizie sulla Geloso  tramite personaggi  che hanno vissuto in prima persona la storia di questa azienda. Riguardo il settore apparecchi radioamatoriali   vorrei  ricordare L’amico Pippo Fontana I2 AY con il collega Narciso Pagan I2 FI   radioamatori  e progettisti   di tutti i modelli  prodotti dalla Geloso fino alla linea G. Decidemmo con gli amici Sergio IZ2DPZ  ed Alessandro  I2INX  di far pubblicare questo  articolo su Radiogiornale  scritto molti anni prima e pubblicato su  Radiorivista   mentre il povero Narciso era ricoverato in ospedale  con grossi problemi di salute pensando che gli  avrebbe fatto piacere leggere quanto lui scriveva  diversi anni prima  riguardo il G4/216, purtroppo dopo qualche settimana l’amico Narciso ci lasciava per sempre.

Chi le radio le progettava

Narciso Pagan I1FI

Narciso Pagan .Il buon Narciso, gia’ I1FI, attualmente plurinovantenne, si e’ ritirato nella Bergamasca e ben difficilmente potremmo sentirlo in aria. Ma coloro che hanno apprezzato per piu’ di mezzo secolo i suoi QSO, ritroveranno attraverso questo scritto di Narciso degli anni sessanta lo stesso spirito che da sempre lo caratterizza insieme al suo volto gioviale :

Narciso Pagan I1FI

 

 

Pippo Fontana I1AY

In particolare ringraziamo Ezio Di Chiaro , grande appassionato della ” RADIO “, che ci ha messo a disposizione l’articolo; e ci ha inoltre ricordato che esso fu scritto negli anni sessanta quasi a giustificare il comportamento di un apparato , progettato appunto da I2FI in collaborazione col Sig. Pippo Fontana I1AY . Perchè abbiamo scritto “giustificare il comportamento” proprio perchè in quel periodo l’apparato essendo nuovo era sottoposto ai severi giudizi degli amici radioamatori.

 

73 e buoni DX a tutti da Alessandro I2INX e Sergio IZ2DPZ 

Ho provato il G 4/216

di N. Pagan . Il FI

Da diversi anni (parecchi ormai, datando le mie prime esperienze radioamatoriali dal 1936) dedico il mio tempo libero a quelli che in gergo chiamiamo « baracchini » e che, in altri tempi autocostruiti con alterne vicende di « fischi» e di « fiaschi» e oggi modernamente sostituiti da « linee» pulite e di bell’aspetto, se non sempre funzionali nella stessa misura, troneggiano nei nostri « shack» e ci danno ancora il batticuore di un tempo, quando ad un nostro timido ‘CQ’ sentiamo rispondere una lontana o rara « country ».

Premesso quanto sopra per qualificarmi agli amici che non mi conoscono come radio amatore e aggiunto a questo il fatto che da anni, e cioè dal loro nascere, faccio parte dei laboratori radio professionali della Casa « Geloso» che ormai è diventata in Italia (chissà perchè) la « nota Casa», lo scopo di queste righe non è evidentemente un motivo pubblicitario o una ricerca di fama personale.

Ho provato il G 4/216 da radioamatore anzi da vecchio radioamatore cercando di scoprirne non tanto le doti intrinseche poichè quelle, per i motivi professionali esposti sopra, le conosco a memoria, quanto i piccoli nei più o meno palesi che non si rivelano mai ad una o a tante prove di laboratorio, ma saltano fuori sempre nel momento meno opportuno, magari nel bel mezzo di un raro DX. Sono stato anche spinto a scrivere queste righe perchè ho nel mio shack il G 4/216 dalla sua nascita e cioè dal luglio 1966 e perchè di questo lungo periodo di rodaggio mi sono servito per sviscerare a fondo la consistenza o… la inconsistenza di certe accuse alla… « nota Casa» che avrebbe dovuto… o non avrebbe dovuto… ecc.Ma di questo parleremo poi: vediamo ora come si comporta in, un impianto di radioamatore il G 4/216.

Aspetto fisico:

Linea moderna pulita e compatta, le dimensioni ridotte rispetto al suo precedente G 4/215 depongono simpaticamente a suo favore.

Da notare la leggera inclinazione a « leggio» che rende molto comoda la manovra.

Comandi:

Distribuiti razionalmente sul pannello in modo da agevolare anche il « grafista» che ha la mano destra occupata dal tasto.

Suddivisione delle bande:

Razionale e si potrebbe dire eccezionale per quanto riguarda la gamma dei 10 metri, che è forse l’unico apparecchio ad avere in copertura completa. Analoghi ricevitori di altre Case costruttrici hanno la suddivisione in tre ed anche in quattro sottogamme. La gamma unica è un vantaggio ancora poco apprezzabile per il fatto che la gamma è « chiusa », ma quando sarà aperta…

Per contro, data l’impostazione in una sola gamma, vi è il pericolo che qualche armonica di « broadcasting» molto forte suIla gamma 9-10 MHz riesca a passare nei 10 m. Usando però una buona antenna accordata sui 10 m e di impedenza giusta (50 ohm) e con un corretto accordo del filtro d’ingresso l’inconveniente, salvo casi rarissimi, viene del tutto eliminato o, fortissimamente attenuato. E’ anche comoda, per chi lavora in tale gamma, la possibilità di ascolto dei due metri con un convertitore. Per le altre gamme, la copertura è convenzionale.

Stabilità:

Dopo il periodo di riscaldamento prescritto la stabilità ottenibile è pari a quella complessiva di un buon cristallo. Collegamenti in grafia con stazioni appositamente’ richieste di funzionamento a quarzo, hanno denunciato variazioni di poche decine di periodi nel giro di 20+30 minuti. Collegamenti in SSB con stazioni di eccellente qualità (linea’ « S» Collins o altre) non hanno mai richiesto ritocchi alla sintonia.

Filtro a quarzo :

Questa è una nota dolente, non del ricevitore in esame o del sistema , ma purtroppo dei colleghi radioamatori che in numero sempre grande incolpano il filtro di media frequenza di non funzionare a dovere, mentre in realtà le parti dovrebbero essere scambiate e sul banco degli imputati dovrebbe sedere… col capo, cosparso di cenere il radioamatore.

Non è qui il luogo di spiegare come funziona un simile filtro; ricordo solo ai più smemorati che si tratta di un filtro a reiezione e che tutta l’abilità dell’operatore consiste nel confinare mediante la manovra del « phasing» proprio nella zona « respinta o reietta» la o le stazioni che disturbano quella che interessa ascoltare. Si può forse obiettare che oggi ci sono anche altri sistemi con filtri meccanici o altro, ma qui andremmo fuori del seminato poichè vogliamo provare il ricevitore per quello che è e non per quello che potrebbe essere. Aggiungo solo che nella posizione di selettività segnata 4 si riesce a ottenere una banda passante di 500 Hz tale da accontentare il più arrabbiato grafista. Sulle altre parti fondamentali costituenti il ricevitore c’è ben poco da dire; essendo ormai esse divenute tradizionali per il costruttore e cioè controllo di volume, di sensibilità di alta e media frequenza, l’indicatore di livello del segnale in arrivo (S meter) e altre particolarità facilmente rilevabili anche dalla lettura del Bollettino Tecnico, o del numero 2/67 di Radio Rivista.

Fanno invece parte a sè alcuni circuiti accessori sui quali vale la spesa di fermarsi un momento. Primo fra tutti il circuito anti-noise violentemente (ed aggiungo anche ingiustamente) attaccato da quanti sono abituati a inserire l’anti-noise magari anche senza antenna collegata e sentono « spegnersi» una parte della vitalità del ricevitore.

Il circuito noise-limiter del G 4/216 è fatto in modo da non agire se non vi è segnale in arrivo. ed agisce (altra particolarità di questo ricevitore) su tutti i modi di ricezione, cioè tanto in AM che in CW che in SSB. .

Siccome la sua azione è automatica, la « soglia» d’azione si riporta sempre al « livello» del segnale che si riceve ed è quindi ovvio che più il segnale è forte e meno agirà l’anti-noise. L’importante però è che in qualunque condizione di, ascolto ad anti-noise inserito l’intensità del disturbo tradotta nel classico caratteristico « crack» in cuffia, non supera mai il livello del segnale che si ascolta. E questo in ultima analisi è il più Importante perchè consente all’apparecchio di conservare la sua massima possibilità di ricezione tagliando del disturbo solo quella parte che darebbe fastidio.

Calibratore:

è un circuito convenzionale che usa un quarzo da 3,5 MHz per calibrare i fondi-scala. ta calibrazione avviene a mezzo variazione di una costante capacitiva del circuito del VFO. Qui si potrebbe fare un appunto: data la stabilità notevole del ricevitore si potrebbe raggiungere una migliore calibrazione della scala ricorrendo ad un quarzo di 100 kHz e magari allo spostamento meccanico di un traguardo o altro mezzo.

Sintonia:

facile ed agevole anche per quanto riguarda le stazioni in SSB data la notevole demoltiplica e la « massa» del bottone. La manovra di sintonia in SSB è poi ulteriormente facilitata dal sistema di accordo del beat che è a variazione di potenziale continuo stabilizzato su di un « varicap» e quindi particolarmente stabile e di regolazione molto fine.

Preselector:

due parole vanno spese per questa particolare parte del circuito che è forse la più notevole se pur la meno degnata di attenzione.

Infatti a differenza di qualsiasi altro ricevitore di tipo analogo dove il preselector non viene commutato dal commutatore di gamma o lo è solo in parte consentendo la copertura continua da 80 a lO metri e riducendo la gamma dei 10 metri ad una escursione si e no di un millimetro, con la… facilità di sintonia che tutti abbiamo potuto constatare, nel G 4/216 il preselector viene commutato di gamma in gamma e copre la gamma esplorata nei suoi 180 gradi di variazione. II vantaggio, specie per chi fa della grafia, è tanto evidente che ogni parola detta in più sarebbe pleonastica.

Ed ora veniamo alle doti cosiddette di fondo di un ricevitore per traffico radiantistico e cioè sensibilità, selettività e rumore di fondo.

Per quanto riguarda la sensibilità, la Casa dà meno di 1 microvolt per 1 W di uscita: all’atto pratico della ricezione, a condizione che il ricevitore sia accoppiato ad un’antenna « tagliata » per la gamma che si ascolta e di impedenza giusta e cioè 50+75 ohm, non ci sono limiti alle possibilità di ricezione, salvo quelli imposti dall’orientamento dell’antenna e dalle condizioni di propagazione. Non si pretenda perciò di ascoltare col solito spezzone di filo una stazione australiana sui 40 metri a mezzogiorno! Per quanto riguarda la selettività basta riferirsi al discorso fatto prima sul filtro a cristallo.

Un discorso più importante è invece quello della « cross-modulation» e per quanto non abbia potuto fare delIe prove esaurienti su questo punto,dirò che a circa 1 km o forse anche meno in linea d’aria dalla mia antenna, è in funzione una linea S CoIIins completa di lineare e che non ne ho mai ricevuto alcun fastidio. Per quanto riguarda il rumore di fondo, leggi rapporto segnale/ disturbo, detto rapporto è talmente buono da consentire la perfetta intelligibilità anche di segnali che arrivano notevolmente al di sotto di 0,5 microvolt.

Conclusioni:

Il riassunto delle « doti » di questo ricevitore, quali essi si rivelano all’uso pratico e non sulla carta lo lascio fare a Voi, amici OM.

Io, per ragioni evidenti, non posso magnificarle come vorrei, anche se personalmente come OM sono ormai affezionato a questo RX dai tanti bei pregi: sarebbe utile, in ogni modo, che il calibratore « marcasse» ogni 100 kHz e che la correzione della calibratura-scala fosse meccanica e non elettrica. Non c’e’ per il momento un altoparlante in cassetta « in stile» con il G4/216: speriamo che la Nota Casa provveda…

Arricchiamo ancora l’articolo  con notizie  più approfonditamente del ricevitore G4/216 e tutte le sue peripezie  commerciali ,allora trattato con disprezzo ed oggi ricercatissimo .

Il reparto Geloso di AF e BF dove fu progettato il ricevitore

  Continua …..

 

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